L’Italia si sta suicidando finanziariamente, a rischio in un’ottica di breve respiro vi è il possibile declassamento del debito pubblico italiano, vale a dire la perdita dello status di investment grade dei titoli di stato, mentre a medio termine sono a rischio di insostenibilità finanziaria il sistema pensionistico italiano, il sistema di welfare sociale ed i livelli di occupazione all’interno della Pubblica Amministrazione.
Il debito pubblico italiano è passato da 1.200 miliardi ai quasi 2.500 attuali, sostanzialmente raddoppiando sul piano nominale in due decenni, mentre il quoziente debito/pil è passato dal 100% di inizio millennio all’attuale 133%. In due decenni si è costantemente governato spendendo sempre più di quanto si sarebbe potuto, utilizzando il deficit di bilancio come una prassi ordinaria di governo e non come una misura di straordinaria eccezionalità.
Il ricorso al deficit di bilancio ha consentito di evitare quelle riforme strutturali alla spesa pubblica che avrebbero invece prodotto una perdita di consenso e gradimento elettorale. Le conseguenze pratiche di questo stile di governo hanno portato l’Italia ad essere finanziariamente oppressa dal peso del suo debito pubblico. Gli interessi sul debito sottraggono infatti risorse per stimolare la crescita economica, per aiutare le fasce più deboli della popolazione e per incentivare la ricerca e lo sviluppo.
Con tale scenario macroeconomico, l’ipotesi di una imposta patrimoniale di significativa entità a carico di risparmiatori, investitori, proprietari di beni immobili e correntisti bancari appare purtroppo sempre più probabile. Per scongiurare questa spiacevole eventualità è necessario dare avvio quanto prima ad una nuova fase di crescita economica mediante un ampio programma di politica economica che produca i suoi effetti su numerosi aspetti della vita economica del Paese.

Metesis ha elaborato un programma di politica economica basato sulla istituzione di un nuovo regime fiscale agevolato per le piccole e medie imprese ed un paniere di nuovi strumenti giuridici atti a produrre un consistente stimolo alla ripresa degli investimenti e consumi privati, una vigorosa crescita dell’occupazione ed un sensibile recupero di competitività del tessuto imprenditoriale. Metesis si prefigge inoltre l’obiettivo di ridimensionare la spesa pubblica, conseguendo in questo modo manovre di governo in surplus di bilancio al netto degli interessi sul debito.
Tra le principali proposte di riforma troviamo:
- realizzare finalmente in Italia un ambiente favorevole ed accogliente per la creazione e conduzione delle piccole e medie imprese istituendo un nuovo regime fiscale a tassazione agevolata e gestione semplificata denominato Senza Pensieri;
- alleggerire la pressione fiscale complessiva sulle famiglie e sulle imprese razionalizzando ed ottimizzando l’onerosità di alcuni capitoli di spesa pubblica che negli ultimi dieci anni sono ampiamente lievitati per vergognosi fenomeni di clientelismo politico e mala gestione delle risorse pubbliche;
- snellire e ristrutturare il funzionamento della Pubblica Amministrazione introducendo l’istituto delle Macro Regioni e gli accorpamenti amministrativi tra i comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti e tra le province con popolazione inferiore ai 250.000 abitanti, istituendo contemporaneamente una piattaforma online di valutazione dell’operato dei dipendenti pubblici che premi il comportamento virtuoso e punisca l’inettitudine;
- abbassare significativamente i costi di gestione degli organi costituzionali e semplificare mediante una riforma costituzionale il funzionamento e la composizione del Parlamento attraverso l’abolizione integrale del Senato e l’istituzione del vincolo di mandato;
- generare nuove entrate finanziarie dalla tassazione e legalizzazione di attività economiche che attualmente assicurano il sostegno e la prosperità economica al crimine organizzato, nello specifico la prostituzione ed il traffico di sostanze stupefacenti;
In estrema sintesi, il programma di politica economica di Metesis ha lo scopo di far aumentare le entrate finanziarie in forza di una nuova propulsione economica, far diminuire i costi di gestione e mantenimento della Pubblica Amministrazione, in modo da produrre costantemente su base annua un surplus di bilancio necessario a stabilizzare il debito pubblico e diminuire gli interessi finanziari dovuti al suo periodico rifinanziamento.